In edilizia, la cassaforma, o cassero, individua l’involucro dentro cui viene effettuato il getto del calcestruzzo allo stato fluido, associato alla realizzazione delle opere in calcestruzzo armato; nella cassaforma il calcestruzzo rimane fino alla fine del processo di presa e inizio della fase di Indurimento, cioè quando abbia conseguito una resistenza meccanica (nell’ordine dei 5-10 MPa) tale da garantire la resistenza alle sollecitazioni nelle condizioni di esercizio per cui la struttura è stata progettata; si procede quindi alla scasseratura (o disarmo), cioè alla rimozione della cassaforma, dato che la struttura ora è in grado di autoportarsi.
Le casseforme possono essere realizzate con diversi materiali: le più utilizzate sono quelle realizzate con elementi in legno oppure con pannelli metallici ma con maggiore frequenza si utilizzano anche elementi a base di polistirolo espanso o elementi in materiali fibrocompressi o compensati.
Per facilitare la scasseratura, le superfici interne delle casseforme vengono trattate con prodotti disarmanti conformi alla norma UNI 8866. La casseratura può essere realizzata anche “a perdere”, ovvero può rimanere inglobata nell’opera anche dopo l’indurimento del calcestruzzo. I casseri vengono utilizzati anche per la realizzazioni di altre opere quali vespai, intercapedini e pavimenti aerati, per il consolidamento dei terreni.